la sinistra che vogliamo


Una Sinistra delle idee per il Governo di domani
Primarie, candidati e programmi: possiamo contare? vogliamo decidere!

Siamo a poco meno di cinque mesi dalle elezioni politiche del 2013 e qualcuno dovrà pur cominciare a dire – assumendosene la responsabilità - che il Re è nudo.
Ma perché il Re della Sinistra è nudo? Proviamo a elencare cinque elementari ragioni.
Primo. Il tasso di astensione elettorale - annunciato dai sondaggi e confermato dalle elezioni siciliane - è giunto a livelli allarmanti. Se le elezioni politiche rispondessero alle stesse regole dei referendum, queste sarebbero semplicemente invalide. Una maggioranza silenziosa che pesa come un macigno sul futuro della democrazia.
Secondo. L’Altra Politica, ovvero quella che dice che un’intera storia politica repubblicana è da buttare alle ortiche, raccoglie ormai moltissimi consensi; nel caso siciliano, il Movimento cinque stelle è ufficialmente il primo partito. Lì dentro, accanto all’autentica voce e alla rabbia di tanti cittadini italiani, si trova un pezzo importante dell’Italia di Sinistra, o almeno di quella che un tempo si riconosceva nella storia della Sinistra.
Tre. La sfida che Sinistra Ecologia Libertà ha lanciato esattamente due anni fa al congresso di Firenze, per una Sinistra forte, ampia, rappresentativa e di governo non è stata, dobbiamo dirlo, una sfida vinta. Non solo perché i risultati sono quelli che sono, ma perché contro quel progetto hanno lavorato, dentro e fuori, molte forze negative: inerzia, opportunismo, mancanza di coraggio. Oggi emergono più le contraddizioni e i limiti che le conquiste raccolte e i successi ottenuti. Prendiamone atto.
Quattro. In questi anni non è cresciuta a Sinistra una Politica capace di mobilitare, entusiasmare e organizzare i milioni di cittadine e cittadini detentori di saperi, storie e pratiche ad alto valore civico. Perché non siamo riusciti a coinvolgere nello stesso laboratorio politico i movimenti territoriali, le associazioni cittadine, le reti dell’economia sociale? Eppure rilevanti segnali di innovazione politica hanno caratterizzato questi due anni:  dai referendum del giugno 2011 alla stagione dei sindaci, all’iniziativa politica della FIOM. Abbiamo avuto tra le mani un grande patrimonio sociale e ideale, una ricchezza incredibilmente dissolta nel volgere di pochissimi mesi. Quello che dobbiamo registrare è invece, ancora una volta, un uso strumentale - a tratti di vero e proprio scambio politico - delle energie umane e politiche disponibili: è un’offesa pesante a quell’Italia migliore che doveva trovare voce e casa in un movimento politico largo, forte e inclusivo.
Quinto. Noi tutti non abbiamo saputo preparare quel progetto di società di cui abbiamo un disperato bisogno. Dov’è finito, ad esempio, quel Cantiere della Sinistra annunciato a più riprese e che avrebbe dovuto aprire una stagione nuova di rinnovamento politico e culturale?
Una prova che certifica la gravità di questa assenza è il fatto che oggi siamo di fronte a una ennesima campagna elettorale vuota; una campagna in cui tutto sembra accadere ma che è, all’opposto, radicalmente priva di un confronto autentico sulle scelte e sui valori che dovrebbero informare il Governo del Paese a partire dalla primavera prossima.
Certo, siamo tutti molto fragili dentro questa crisi; siamo tutti disorientati e increduli rispetto al crescente deficit di democrazia, ma possiamo ancora fare qualcosa? Oppure dobbiamo tristemente scegliere tra il recitare un copione logoro e inutile e ritirarci in silenzio iscrivendoci al partito degli astenuti?
Abbiamo poco, pochissimo tempo per provare davvero a cambiare registro.
Per farlo possiamo fare tre semplici cose:
Primo. Dire che, nonostante il battage pubblicitario, la premiership della coalizione del centrosinistra non è oggi sufficiente, perché non bastano figure salvifiche a determinare una trasformazione politica. Diciamolo: non saranno né Vendola, né Renzi, né Bersani che cambieranno la Storia, l’economia e la società italiana. Per cambiare serve invece l’impegno, servono le idee di chi non si arrende e continua a pensare, agire, interrogarsi.
Secondo.  Abbiamo bisogno di un vero programma. Un programma chiaro nelle scelte e costruito insieme alle mille voci vive della società italiana; un’agenda politica che dica cosa farà il giorno dopo il governo eletto a maggioranza dai cittadini italiani.  Oggi questo programma non c’è. Ne è una prova che su Lavoro, Debito, Welfare, Cultura, Economia dentro l’ipotetica coalizione di centrosinistra che si candida a governare l’Italia sono mille e una in più le posizioni, ma soprattutto sono troppe le idee divergenti se non addirittura opposte l’una all’altra. Questo è lo stato delle cose nel nostro stesso Partito: il caso del voto di alcuni consigli comunali sulla fusione/privatizzazione del gruppo HERA ne è un brutto ma sintomatico esempio.
Terzo. Mentre sono già pronti in qualche cassetto i listini elettorali, dobbiamo avere il coraggio di dire che se “lor signori” vogliono andare a votare con il Porcellum, noi, invece, nelle Piazze chiederemo a tutti i cittadini di scegliere i candidati locali al Parlamento assieme al candidato premier. Senza paure e senza dietrologie. Ne saremo capaci?
Abbiamo il coraggio di proporre e lavorare su questi tre semplici punti?
Se sì, Sinistra Ecologia Libertà riuscirà a mobilitare e a dare voce alla parte migliore del Paese, rilanciando con forza il progetto per cui è nata: cambiare la società italiana rendendola più giusta e più equa. Diversamente, la stessa partecipazione alle primarie del centrosinistra rappresenterebbe un esercizio politico a basso valore aggiunto, autoreferenziale e incapace di aprire le porte al cambiamento.
Possiamo rispondere sì alla domanda di buona politica che il Paese ci chiede, ma dobbiamo farlo subito.

Firmatari:

Giampietro Pizzo - Venezia
Monica Pasquino - Roma
Marino Folin - Venezia
Caterina Mengotti - Venezia
Andreina Visconti - Venezia
Serena Marcianò - Roma
Mario Torcinovich - Venezia
Ivan Carlot - Venezia
Lia Durante - Venezia
Pino Mancuso - Venezia
Serena Cernecca - Pavia
Dante Pomponi - Roma
Chiara Bressan - Venezia
Alberta de Grenet – Venezia
Giandomenico Potestio - Firenze
Roberto Neulichedl - Reggio Emilia
Beniamino Ginatempo - Messina
Saverio Aversa - Roma
Monica Biondi – Firenze
Germana Foscheri - Desenzano del Garda
Dino Orlandini - Genova
…………………………..

Venezia, 7 novembre 2012.


lasinistrachevogliamo@gmail.com

2 commenti:

  1. Avevo firmato anch'io questo appello xhe condivido, anche se in ritardo rispondendo alla email ricevuta. Avrei solo da aggiungere, anche se un po' provocatoriamente che non indirei più elezioni, ma "semplicemente"(!!!) referendum propositivi per ogni tipo di argomento e/o problema per risolvere e decidere a maggioranza: la democrazia rappresentativa non mi rappresenta più, ed in ogni caso è difficilissimo scegliere un degno e autorevole rappresentante, mentre potrebbe essere più semplice scegliere e approvare un determinato provvedimento o legge che sia! E'possibile?
    Non vi è nulla di più complicato di una natura umana da scegliere....

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  2. Vito, provvediamo ad aggiungere la tua firma. La lista aggiornata sarà disponibile a breve. Grazie.

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