Matteo Frasca


Maturare (politicamente) verso l’infanzia

Auspico che si possa vivere meglio DURANTE il giorno. Che ci possa essere un progetto politico generato per prendere in carico la ROUTINE… non come pressione, nè alienazione, nè garanzia di disagio psicosomatico o stress, nè attesa di un’alba futura. Ma come continua PRODUZIONE DI SENSO. Che non si debba aspettare una vacanza, un evento in piazza, una manifestazione, una protesta organizzata, uno scandalo a cui opporsi, un festival, una mostra, uno spettacolo teatrale, un BENE COMUNE da proteggere per potersi sentire autorizzati a sperare di stare meglio. Credo che le arti e la cultura in generale contribuiscano di certo al benessere della comunità, ma non basta, non nella maniera in cui siamo abituati. La filosofia del BENE COMUNE  aiuta a ritrovare un benessere più sincero, più "conquistato", perchè in questo modo lo sforzo e il soddisfacimento nascono  nella condivisione e nel rispecchiamento, ma è ancora qualcosa di troppo intellettuale perchè una comunità intera lo possa accettare o comprendere veramente. Come educatore e cittadino, credo che le "microazioni" contemplate nel loro svolgersi che contraddistinguono la routine e tutti i momenti considerati di passaggio, facciano la differenza. Come ci svegliamo, come ci arriviamo al luogo di lavoro, cosa e come pensiamo mentre ci svegliamo o mentre andiamo al lavoro, o verso qualsiasi altra destinazione. Come riempiamo lo spazio esistente tra un luogo ed un altro, un tempo ed un altro, con quali immagini, suoni, odori,  sguardi. E quanti ne riusciamo ad incrociare, a ricordare o anche immaginare. Come ci arrivano i bambini a scuola quando sono accompagnati, come vengono accolti. Bastano spesso le prime frasi pronunciate nel mattino ad intuire quante persone vogliono vivere con, tra, per esserci in mezzo agli altri o se rinunciano a viversi e a vivere la giornata. Come facciamo la spesa per il gusto e il gioco di scegliere sempre, anche dentro un supermercato se siamo costretti. Come si impara a sorridere o anche a piangere nel bel mezzo di una passeggiata per quello che sappiamo cogliere dentro le strade percorse o all’interno di un racconto, per quello che riusciamo ad ascoltare e a discernere? Cosa ancora ci e-moziona, ci muove da, cosa ci in – quieta, ossia crea movimento dentro di noi impedendoci di stare fermi (più che calmi).  Una politica che esalti il minimalismo, la continua generazione di essere bene al di là di mode, di vestiti che mai indosseremmo se potessimo scegliere , imparando a "sentire”" quel che è giusto, quello che è bello che accada di giorno in giorno. Auspico un 'attenzione alla nostra continua educabilità attraverso incontri di immaginari trasmigranti tra tutte le persone che dovendosi incontrare di giorno, scoprono di attrarsi reciprocamente. Prima ancora dell'empatia, del mettersi nei panni di, che se detto e ridetto come slogan o come precetto, può ancora tuttavia generare divisioni tra chi è capace e chi non è capace. Si tratta forse di creare un'energia primordiale che inizia nel risveglio, si addormenta "accumulata" nelle nostre notti, sciolta nel sonno e nei sogni che ci riguardano, per risvegliarsi il giorno dopo, colma di alterità che impara poco per volta ad appartenerci e a cui noi apparteniamo, stratificata,  con più intensità ed una nuova intenzione.
Solo così - o forse no, la mia sarebbe presunzione - si arriverebbe a fondare forse una nuova comunità che si regga sul BENE COMUNE della meraviglia, del meravigliarsi, pensiero e azione dell'infanzia, poichè le bambine e i bambini vogliono sempre agire quello che immaginano. E una Grammatica politica della Fantasia, o meglio una Grammatica fantastica della Politica -  se Rodari fosse d'accordo -  farebbe forse al caso nostro. Insomma, come ci suggerisce lo scrittore polacco Bruno Schulz, bisognerebbe "maturare verso l'infanzia”:


"Mi sembra che il genere d'arte che mi sta a cuore sia proprio una regressione, sia un'infanzia reintegrata. Se fosse possibile riportare indietro lo sviluppo, raggiungendo di nuovo l'infanzia attraverso una strada tortuosa - possederla ancora una volta, piena e illimitata, sarebbe l'avveramento dell'"epoca geniale", dei tempi "messianici", che ci sono stati promessi e giurati da tutte le mitologie. Il mio ideale è "maturare verso l'infanzia" (B.Schulz - Le Botteghe color cannella).

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