Maturare
(politicamente) verso l’infanzia
Auspico
che si possa vivere meglio DURANTE il giorno. Che ci possa essere un progetto
politico generato per prendere in carico la ROUTINE… non come pressione, nè
alienazione, nè garanzia di disagio psicosomatico o stress, nè attesa di
un’alba futura. Ma come continua PRODUZIONE DI SENSO. Che non si debba
aspettare una vacanza, un evento in piazza, una manifestazione, una protesta
organizzata, uno scandalo a cui opporsi, un festival, una mostra, uno
spettacolo teatrale, un BENE COMUNE da proteggere per potersi sentire
autorizzati a sperare di stare meglio. Credo che le arti e la cultura in
generale contribuiscano di certo al benessere della comunità, ma non basta, non
nella maniera in cui siamo abituati. La filosofia del BENE COMUNE aiuta a ritrovare un benessere più sincero,
più "conquistato", perchè in questo modo lo sforzo e il
soddisfacimento nascono nella
condivisione e nel rispecchiamento, ma è ancora qualcosa di troppo intellettuale
perchè una comunità intera lo possa accettare o comprendere veramente. Come
educatore e cittadino, credo che le "microazioni" contemplate nel
loro svolgersi che contraddistinguono la routine e tutti i momenti considerati
di passaggio, facciano la differenza. Come ci svegliamo, come ci arriviamo al
luogo di lavoro, cosa e come pensiamo mentre ci svegliamo o mentre andiamo al
lavoro, o verso qualsiasi altra destinazione. Come riempiamo lo spazio
esistente tra un luogo ed un altro, un tempo ed un altro, con quali immagini,
suoni, odori, sguardi. E quanti ne
riusciamo ad incrociare, a ricordare o anche immaginare. Come ci arrivano i
bambini a scuola quando sono accompagnati, come vengono accolti. Bastano spesso
le prime frasi pronunciate nel mattino ad intuire quante persone vogliono
vivere con, tra, per esserci in mezzo
agli altri o se rinunciano a viversi
e a vivere la giornata. Come facciamo
la spesa per il gusto e il gioco di scegliere sempre, anche dentro un
supermercato se siamo costretti. Come si impara a sorridere o anche a piangere
nel bel mezzo di una passeggiata per quello che sappiamo cogliere dentro le
strade percorse o all’interno di un racconto, per quello che riusciamo ad
ascoltare e a discernere? Cosa ancora ci e-moziona,
ci muove da, cosa ci in – quieta, ossia crea movimento dentro di noi
impedendoci di stare fermi (più che calmi).
Una politica che esalti il minimalismo, la continua generazione di essere bene al di là di mode, di vestiti
che mai indosseremmo se potessimo scegliere , imparando a "sentire”"
quel che è giusto, quello che è bello che accada di giorno in giorno. Auspico
un 'attenzione alla nostra continua educabilità attraverso incontri di
immaginari trasmigranti tra tutte le persone che dovendosi incontrare di
giorno, scoprono di attrarsi reciprocamente. Prima ancora dell'empatia, del mettersi nei panni di, che se detto e
ridetto come slogan o come precetto, può ancora tuttavia generare divisioni tra
chi è capace e chi non è capace. Si tratta forse di creare un'energia
primordiale che inizia nel risveglio, si addormenta "accumulata"
nelle nostre notti, sciolta nel sonno e nei sogni che ci riguardano, per
risvegliarsi il giorno dopo, colma di alterità che impara poco per volta ad
appartenerci e a cui noi apparteniamo, stratificata, con più intensità ed una nuova intenzione.
Solo
così - o forse no, la mia sarebbe presunzione - si arriverebbe a fondare forse
una nuova comunità che si regga sul BENE COMUNE della meraviglia, del
meravigliarsi, pensiero e azione dell'infanzia, poichè le bambine e i bambini
vogliono sempre agire quello che immaginano. E una Grammatica politica della
Fantasia, o meglio una Grammatica fantastica della Politica - se Rodari fosse d'accordo - farebbe forse al caso nostro. Insomma, come
ci suggerisce lo scrittore polacco Bruno Schulz, bisognerebbe "maturare
verso l'infanzia”:
"Mi sembra che il genere d'arte che mi sta a
cuore sia proprio una regressione, sia un'infanzia reintegrata. Se fosse
possibile riportare indietro lo sviluppo, raggiungendo di nuovo l'infanzia
attraverso una strada tortuosa - possederla ancora una volta, piena e
illimitata, sarebbe l'avveramento dell'"epoca geniale", dei tempi
"messianici", che ci sono stati promessi e giurati da tutte le
mitologie. Il mio ideale è "maturare verso l'infanzia" (B.Schulz - Le
Botteghe color cannella).
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