Impossibilitato
a partecipare vi invio le mie riflessioni.
E’ in ogni caso apprezzabile che questa sia
un’iniziativa dal basso: la passività dei militanti è un riflesso condizionato
da modelli organizzativi del tempo passato, quando il centro dava a linea. Ora
i gruppi dirigenti delle formazioni politiche di sinistra sono più che mai
smarriti, non hanno certezze, spesso hanno perso uno status politico e un ruolo nelle istituzioni, sono preoccupati per
il loro futuro e i migliori, ce ne sono, anche del paese. In comune con i gruppi dirigenti del passato
hanno un’idea di autosufficienza e una concezione oligarchica della gestione
del potere. A fronte della drammatica situazione del paese, con una crisi, che
non sarà sconfitta, anzi aggravata, dalle ricette neo-liberiste dell’austerità
e una sfiducia montante nelle formazioni politiche “tradizionali” l’unico prova
di vitalità sarebbe stata una mobilitazione straordinaria. Bisognava convocare
congressi straordinari sia per definire una linea politica, che per rinnovare
gli organismi a tutti i livelli. Non si può criticare Grillo e i grillini per
la mancanza di democrazia o il qualunquismo anti-politico e poi non credere nei
propri iscritti e militanti.
Da più parti si è lanciata la proposta di convocare
gli Stati Generali della Sinistra, per alcuni una riconvocazione avendo in
mente quelli di Firenze del febbraio 1998, neanche 15 anni fa, che portarono
alla costruzione dei DS. Non per rivendicare primogeniture -in politica non
esiste il monopolio delle idee e le proposte sono tanto più forti quanti più
compagni e compagne si sentono padri e madri della proposta-, ma vi è un passo
reciso della mia relazione introduttiva al Convegno di Genova del 30 giugno sul
120° anniversario della fondazione del Partito dei Lavoratori: “S’impone una
nuova e più ambiziosa edizione degli Stati Generali della Sinistra, che
raccolga partiti, movimenti, esperienze associative e di mobilitazione civica,
chiusa a ogni forma di violenza, senza primi della classe per meriti storici od
organizzativi o per godere di finanziamenti pubblici o privati di “finanzieri
democratici”. Nella ricerca di rappresentare al meglio una società ricca senza
mistica di nuovismo e apoliticismo, ci sono esperienze con cui confrontarsi,
come la lista arancione di Milano o esperienze concrete di lavoro nella
società, come Libera di don Ciotti.”. Le parole non erano scelte a caso, fino
ad allora si era parlato di stati generali del Centro-sinistra. Un altro
significato ed un’altra valenza: dare
concretezza ai programmi di un rinnovato centro-sinistra, un corpo
tridimensionale alla “Foto di Vasto”. Gli Stati Generali della Sinistra di cui
si ha bisogno sono per un’esigenza di identità, di sperimentare una comunanza
di valori, darsi una missione, un progetto di solidarietà, di estensione della
libertà e di riduzione drastica delle diseguaglianze da condividere. In quella
sede noi avremmo portato le nostre proposte di scomposizione e ricomposizione
della sinistra italiana, come presupposto ed effetto del suo rinnovamento in un
orizzonte sovranazionale, che implica una sua integrazione nel socialismo
europeo, interlocutore principale ancorché non esclusivo per una rinnovata
Unione Europea. Nel nostro continente dobbiamo mettere fine alla convinzione
che il socialismo sia vietato a causa delle fallimentari esperienze del modello
sovietico e dell’incapacità di cogliere le valenze rivoluzionarie, che un
coerente riformismo socialista moderno poteva avere. Prassi e teoria non hanno
interagito nei partiti socialisti democratici dei paesi capitalisti avanzati ed
ora si deve misurare con una crisi senza precedenti. Ma nel modo di affrontarle
e risolverla si confronteranno le forze in campo e si stabilirà chi avrà
l’egemonia. Un approccio è importante non considerare questa crisi come la loro
crisi: è la nostra crisi, ma per uscirne ci sono le loro soluzioni e dovrebbero
esserci le nostre, come sinistra per la PERIMA VOLTA CONVINTA DI POTER
GOVERNARE QUESTO PAESE CON SUOI PROGRAMMI E CON PROPRI UOMINI E DONNE
NELL’ESECUTIVO PER LA LORO ATTUAZIONE.
In conclusione, altrimenti si esce dalla dimensione di
un contributo esterno non iscritto a SEL, ma che la segue con attenzione e
talvolta partecipata preoccupazione, non
a caso il titolo del mio contributo è Stati maggiori contro(versus) e non Astati Generali contro
Stati Maggiori: gli stati generali della sinistra non sono contro, ma per un
rinnovamento della politica nell’interesse di tutti, base e gruppi dirigenti
Milano 26 settembre 2012.
Felice Besostri, Circolo LA RIFORMA, aderente al
Gruppo di Volpedo e al Network per il Socialismo Europeo.
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